Il villaggio di Anakao
Anakao è un villaggio di pescatori appartenenti all’etnia Vezo, qui il ritmo delle giornate è scandito dal rumore delle piroghe che solcano le acque della baia. I colori del mare blu cristallino, delle spiagge bianche e dei variopinti tramonti africani regalano ogni giorno panorami mozzafiato. La barriera corallina, a pochi centinaia di metri dalla spiaggia, protegge questo tratto di costa incontaminato.
La popolazione dei Vezo, chiamata anche “nomadi del mare”, traggono tutte le loro risorse dal mare: mentre gli uomini sono a pesca sulle loro caratteristiche piroghe, le donne attendono la bassa marea per percorrere la laguna alla ricerca di polpi, ricci e altri frutti di mare da consumare o da vendere. I bambini vengono introdotti molto presto alla pesca. I pescatori costruiscono da soli le loro piroghe, scavandole in tronchi di alberi dal legno molto leggero. La vita al villaggio trascorre lentamente e a volte sembra che il tempo si sia fermato, i bambini sulla spiaggia giocano felici e cantano canzoni malgasce…
L’origine del nome Anakao…
Un tempo la baia di Anakao era frequentata da pescatori nomadi che battevano la costa spostandosi da un punto all’altro a seconda di dove fosse meglio pescare in quel periodo. Nel villaggio risiedeva una strega che era sposata con un pescatore. Un giorno camminando lungo un percorso lungo il quale c’erano alcuni pini (in malgascio akao) trovò dei granchi che uscivano dalla terra bagnati e questo le diede l’idea di scavare per cercare l’acqua. L’impresa ebbe successo e in quel punto venne costruito un pozzo. Questo pozzo assunse da subito grande importanza per gli abitanti del villaggio e divenne un punto di riferimento per tutti quelli che attraversavano la costa. Al villaggio venne dato il nome di Anakao (dove ci sono i pini) per via degli alberi che circondano questo prezioso pozzo.